Sophia
Kisielewska-Dunbar
Sophia Kisielewska-Dunbar (nata nel 1990) è un’artista e storica dell’arte londinese. La sua pratica artistica comprende svariate tecniche come la pittura, il disegno, il ricamo, la scultura e la performance. Il suo lavoro cerca un dialogo tra il passato e il presente e si concentra sulla rappresentazione della donna nell’arte occidentale.
La prima artista in residenza del Futuro Museo Sant’Orsola.
Sophia Kisielewska-Dunbar è stata scelta come prima artista in residenza per sviluppare un progetto in dialogo col patrimonio artistico disperso dell’antico monastero. Ha beneficiato di una borsa di ricerca e creazione, di un alloggio e di uno studio, tra il 15 Giugno e il 15 Settembre 2022.
Il suo lavoro è cominciato dallo studio e dalla ricerca delle opere del convento, attraverso un’attenta analisi delle fonti disponibili. Sophia ha provato ad immergersi nella cultura visiva a cui erano soggette le monache e le donne che vivevano a Sant’Orsola. L’artista ha poi svolto un periodo di sperimentazioni pittoriche che l’hanno portata all’ideazione di due progetti distinti ma legati fra loro: uno monumentale, Noli me Tangere, e uno in miniatura, Rewriting Sant’Orsola.
Noli me tangere (dal latino «non mi toccare») è un grandioso trittico dipinto a olio su tela e ispirato alle pale d’altare che anticamente si trovavano nel convento. Usando la tecnica del collage in pittura, Sophia ha immaginato una contro-narrazione, per rivendicare lo sguardo femminile (female gaze) che per secoli è stato escluso dal canone dell’arte occidentale. I personaggi dipinti sui pannelli laterali sono tratti da opere d’arte esistenti che raffigurano scene di martirio di sante. Differentemente dai suoi modelli, Sophia abolisce la presa maschile e rivendica l’inviolabilità del corpo della donna.
Il trittico, compiuto presso il suo atelier londinese nel 2023, è stato svelato al pubblico durante la mostra Oltre le mura di Sant’Orsola insieme a un’ampia selezione di studi preparatori realizzati durante il suo periodo di residenza a Firenze. Queste opere sono state ufficialmente acquistate dal museo e costituiscono il primo nucleo della sua collezione d’arte contemporanea.