Mostre

THE ROSE THAT GREW FROM CONCRETE

Mostra in preparazione

Apertura al pubblico: 5 settembre 2025

Per l’acquisto dei cataloghi delle mostre Rivelazioni
e/o Oltre le mura di Sant’Orsola scrivere a :
info@museosantorsola.it

I cataloghi sono in lingua italiana, francese e inglese.

In attesa dell’apertura ufficiale prevista per il 2026, Museo Sant’Orsola organizza una serie di mostre che invadono gli spazi del cantiere, invitando artisti contemporanei a portare il loro sguardo sul monumento e sulla sua storia. Di mostra in mostra, i visitatori potranno partecipare alla rinascita del luogo e riappropriarsi progressivamente di spazi per troppo tempo sottratti alla vita della città.

PROSSIMA MOSTRA:

The Rose That Grew From Concrete (5 settembre 2025 – 4 gennaio 2026)
Chiara Bettazzi, Bottega Bianco Bianchi Scagliola, Mireille Blanc, Bianca Bondi, Davidovici & Ctiborsky, Marion Flament, Federico Gori, Beate Höing, Flora Moscovici, Chris Oh, Elise Peroi, Clara Rivault, Shubha Taparia

Terza e ultima edizione delle “mostre in cantiere” prima dell’avvio ufficiale dei lavori di riqualificazione del complesso, questa collettiva riunisce tredici voci artistiche italiane e internazionali che si confrontano con lo spazio dell’ex monastero non solo per raccontarne le trasformazioni, ma anche per curarne simbolicamente le ferite.
Attraverso opere site-specific realizzate con linguaggi e materiali differenti, ogni artista reinterpreta i cicli di occupazione, cantiere e abbandono che hanno attraversato il luogo, e rende omaggio alla forza della natura, capace nei secoli di insinuarsi tra le crepe del cemento e fiorire anche nelle condizioni più ostili.

The Rose That Grew From Concrete è una mostra sulla resilienza e sulla possibilità di rinascere, anche tra le rovine: un racconto corale che fa del passato una radice da cui ripartire.

 

MOSTRE PASSATE:

Rivelazioni (28 giugno – 27 ottobre 2024)
Juliette Minchin e Marta Roberti incantano l’antico convento di Sant’Orsola

La seconda edizione di “mostre in fase di cantiere” ha visto come protagoniste la scultrice francese e la disegnatrice italiana, entrambe chiamate a Sant’Orsola per creare delle opere site specific. Le installazioni in cera di Juliette Minchin e i delicati disegni di Marta Roberti hanno rivelato aspetti inediti del passato dell’ex monastero. Le due artiste hanno proposto un comune approccio immaginifico che ha aperto l’antico convento ad un’altra dimensione, quella del sogno.

La mostra, dunque, è stata concepita come rievocazione onirica del passato di Sant’Orsola e ha voluto essere un omaggio non solo alla memoria del luogo ma anche all’immaginazione e alla capacità incantatrice dell’arte.

Oltre le mura di Sant’Orsola (giugno, settembre 2023)
Sophia Kisielewska-Dunbar e Alberto Ruce raccontano storie dimenticate

Per la prima mostra del futuro Museo, Oltre le mura di Sant’Orsola, due giovani artisti sono stati chiamati per la creazione di un progetto artistico ispirato alle donne che un tempo abitavano il luogo.

Richiamandosi alla vicenda di Lisa Gherardini, la presunta modella della Gioconda di Leonardo da Vinci, che trascorse i suoi ultimi anni di vita nel convento di Sant’Orsola, lo street artist Alberto Ruce ha realizzato un’installazione sospesa sulle fondamenta dell’antica chiesa. Nell’ex spezieria monastica, invece, ha dipinto dei grandi murales che evocano l’attività farmaceutica praticata dalle suore proprio in quel luogo.

L’opera di Sophia Kisielewska-Dunbar, invece, entra in dialogo con il patrimonio disperso di Sant’Orsola e si interroga sulla condizione femminile entro le mura dei conventi. Il suo grandioso trittico ad olio su tela, intitolato Noli me tangere, reinterpreta e attualizza la tradizionale iconografia del martirio di sante attraverso una lente femminile. Il dipinto, allestito nella seconda chiesa conventuale, apre un nuovo spazio di incontro tra antico e contemporaneo.

TOUR DE FRANCE promessa et supplizio, I campioni italiani della Grande Boucle (28 giugno – 21 luglio 2024)

L’esposizione è stata concepita come un omaggio ai sette ciclisti italiani che hanno vinto il Tour de France attraverso una selezione di fotografie storiche, di filmati d’archivio e di oggetti d’epoca tra cui dei prestiti eccezionali del museo Ottavio Bottecchia e del museo fiorentino del ciclismo Gino Bartali.

Gli artisti

Juliette
Minchin

Juliette Minchin

Diplomata alla Scuola Nazionale di Arti Decorative in Scenografia e all’Accademia di Belle Arti di Parigi, Juliette Minchin è un’artista visiva affascinata dalla luce, dal tempo e dagli stati mutevoli dei materiali con cui lavora. La sua materia di predilezione è la cera, declinata in installazioni e opere, spesso effimere che esplorano i concetti di trasformazione, scomparsa e rinascita.

Le opere della mostra Rivelazioni (28 giugno – 27 ottobre 2024)

Per l’antico convento di Sant’Orsola Juliette Minchin ha immaginato Souffle (Soffio), un’installazione che si dispiega attorno alle vestigia della prima chiesa conventuale. I suoi drappeggi e veli in cera avvolgono l’architettura: il fondo della sala e le finestre si animano, come percorsi da un nuovo soffio vitale. L’artista sembra resuscitare il teatrale e fugace passato barocco del convento, di cui non esiste più traccia dal XIX secolo.

Nell’antica spezieria, invece, l’artista ha messo in scena la sua Veglia con radici. Attorno ai pilastri dell’ambiente Juliette Minchin ha sospeso dei pannelli ricoperti di cera e stoppini che sono accesi e si sciolgono ogni giorno per offrire al visitatore uno spettacolo di silenziosa creatività, sempre mutevole. Le forme, la luce e il profumo della cera bruciata propongono al visitatore un’avvolgente esperienza sensoriale ed emotiva, in riferimento ai rituali liturgici e di guarigione praticati nel passato proprio in quel luogo.

Marta
Roberti

Marta Roberti

Laureata all’Università di Verona in Filosofia e diplomata nell’indirizzo di Cinema e Video presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, Marta Roberti si dedica al disegno su carta. I sono disegni, spesso tracciati indirettamente, sono realizzati su carte speciali (carta carbone, carta gampi) che l’artista assembla, ritaglia, e incolla, per creare le sue grandi composizioni. La sua arte instaura un dialogo tra Oriente ed Occidente ed è una costante ricerca su ciò che l’uomo considera altro da sé : la natura, gli animali, la donna.

 

Le opere della mostra Rivelazioni (28 giugno – 27 ottobre 2024)

Ispirandosi ai racconti delle vite dei santi che circolavano tra le mura dei conventi, Marta Roberti ha realizzato Aure : una serie di immensi e delicati disegni che rivestono la seconda chiesa di Sant’Orsola e che sembrano emergere dall’intonaco come frammenti di affreschi ritrovati. Le sue opere capovolgono la tradizionale iconografia religiosa ed esplorano il rapporto tra il divino, il femminile e l’animale. L’artista trasforma l’antica aula ecclesiastica in un luogo di contemplazione e meditazione personale, offrendoci la sua versione immaginaria di una cella monastica. Lo spettatore è invitato a esplorare mondi diversi in cui i confini e le distinzioni tra gli esseri viventi non esistono più. La riflessione dell’artista prosegue nei sotterranei sono l’antica infermeria di Sant’Orsola, dove è riunita una selezione di disegni incisi su carta grafite e retroilluminati (a volte animati da un video in stop motion) che ci colpiscono come epifanie luminose.

Sophia
Kisielewska-Dunbar

Sophia Kisielewska-Dunbar (nata nel 1990) è un’artista e storica dell’arte londinese. La sua pratica artistica comprende svariate tecniche come la pittura, il disegno, il ricamo, la scultura e la performance. Il suo lavoro cerca un dialogo tra il passato e il presente e si concentra sulla rappresentazione della donna nell’arte occidentale.

La prima artista in residenza del Futuro Museo Sant’Orsola.

Sophia Kisielewska-Dunbar è stata scelta come prima artista in residenza per sviluppare un progetto in dialogo col patrimonio artistico disperso dell’antico monastero. Ha beneficiato di una borsa di ricerca e creazione, di un alloggio e di uno studio, tra il 15 Giugno e il 15 Settembre 2022.

Il suo lavoro è cominciato dallo studio e dalla ricerca delle opere del convento, attraverso un’attenta analisi delle fonti disponibili. Sophia ha provato ad immergersi nella cultura visiva a cui erano soggette le monache e le donne che vivevano a Sant’Orsola. L’artista ha poi svolto un periodo di sperimentazioni pittoriche che l’hanno portata all’ideazione di due progetti distinti ma legati fra loro: uno monumentale, Noli me Tangere, e uno in miniatura, Rewriting Sant’Orsola.

Noli me tangere (dal latino «non mi toccare») è un grandioso trittico dipinto a olio su tela e ispirato alle pale d’altare che anticamente si trovavano nel convento. Usando la tecnica del collage in pittura, Sophia ha immaginato una contro-narrazione, per rivendicare lo sguardo femminile (female gaze) che per secoli è stato escluso dal canone dell’arte occidentale. I personaggi dipinti sui pannelli laterali sono tratti da opere d’arte esistenti che raffigurano scene di martirio di sante. Differentemente dai suoi modelli, Sophia abolisce la presa maschile e rivendica l’inviolabilità del corpo della donna.

Il trittico, compiuto presso il suo atelier londinese nel 2023, è stato svelato al pubblico durante la mostra Oltre le mura di Sant’Orsola insieme a un’ampia selezione di studi preparatori realizzati durante il suo periodo di residenza a Firenze. Queste opere sono state ufficialmente acquistate dal museo e costituiscono il primo nucleo della sua collezione d’arte contemporanea.

Alberto
Ruce

Alberto Ruce (nato nel 1988) è uno street artist siciliano residente a Marsiglia. Lavora principalmente sui muri di edifici dismessi, usando colori spray. I suoi murales, dipinti tono su tono, spesso con sfumature di bianco e di grigio, prendono vita tra le irregolarità e le crepe delle pareti e sembrano sull’orlo di svanire. Queste immagini evanescenti documentano realtà che stanno scomparendo o che sono già scomparse: usanze e tradizioni popolari, valori dimenticati, paesi che vengono abbandonati…
I suoi murales sono visibili in diverse città europee come Parigi, Marsiglia, Brignoles, Messina, Palermo, Mostar, Atene e oggi anche a Firenze.

Da Marzo a Maggio 2023 Alberto Ruce ha preso parte al progetto Museo Effimero, che consiste nella realizzazione di una serie di interventi artistici temporanei all’interno del complesso di Sant’Orsola in fase di ristrutturazione.

L’opera di Alberto, intitolata Al di là di tutto, riflette sul tema della transitorietà della vita e degli affetti umani a partire dalla storia di Lisa Gherardini, la presunta modella della Monna Lisa dipinta da Leonardo da Vinci, che morì nel convento di Sant’Orsola nel 1542 assistita dalla figlia suor Ludovica. Ispirandosi a tale vicenda, l’artista ha raffigurato due donne strette in un abbraccio su tre teli sospesi sopra le fondamenta dell’antica chiesa conventuale, dove Lisa Gherardini trovò sepoltura. Il tessuto, per la sua trasparenza, gli ha consentito di costruire l’immagine per sovrapposizione: sui primi due teli ha dipinto solo i chiari e i mezzi toni e sull’ultimo telo gli scuri, attualizzando l’antica tecnica pittorica per stesure cromatiche successive che era usata anche da Leonardo da Vinci.

Nell’antica spezieria, invece, Alberto Ruce ha realizzato dei murales che evocano l’attività farmaceutica praticata dalle suore proprio in quel luogo. Grandi mani dipinte a spray sul cemento armato imitano i gesti antichi compiuti dalle monache nella preparazione dei loro rimedi naturali. Queste immagini diafane ci colpiscono come delle apparizioni, dei ricordi trattenuti dentro le pareti che emergono delicatamente ma con una forza inattesa.

L’essenza effimera del progetto, inoltre, ha portato l’artista a sperimentare la lavorazione della cera, materiale mutevole e metamorfico. 37 chiavi in cera sono state sospese nel braccio del chiostro tra la chiesa e la spezieria: una chiave per ogni anno intercorso tra la morte di Monna Lisa Gherardini (1542) e della figlia suor Ludovica (1579), prima che potessero ricongiungersi nell’Al-di-là.

L’installazione di Alberto Ruce è stata riallestita al secondo piano dell’edificio, che è eccezionalmente visitabile tramite visita guidata (scrivere a info@museosantorsola.it) in occasione della mostra Rivelazioni (28 giugno -27 ottobre 2024).

Il Museo

L’antico convento di Sant’Orsola

Situato nel cuore di Firenze nel quartiere storico di San Lorenzo, il complesso di Sant’Orsola, con una superficie di oltre 17.000 m2, ha subito diverse trasformazioni ed è rimasto un luogo inaccessibile per oltre 40 anni. Nato come monastero di benedettine all’inizio del XIV secolo, nel 1435 diviene un convento di monache francescane. Dal 1542 accoglie la tomba di Monna Lisa Gherardini, la presunta modella della Gioconda dipinta da Leonardo da Vinci. Con un editto del 1810, Napoleone pone definitivamente fine alla sua funzione conventuale, dando inizio alla dispersione del patrimonio artistico di Sant’Orsola. Nel 1818 l’ex convento viene radicalmente trasformato e convertito in manifattura di tabacchi (fino al 1940). Dopo la Seconda guerra mondiale, l’edificio subisce una nuova trasformazione e diventa, per diversi decenni, un centro di accoglienza ex profughi istriani e sfrattati. Negli anni ’80 il complesso viene acquistato dalla Guardia di Finanza, che intende destinarlo a caserma militare. Tuttavia, i lavori avviati vengono presto interrotti e, da allora, il complesso, deturpato e ricoperto di cemento armato, resta abbandonato. Nel 2020, la Città Metropolitana di Firenze indice un bando per la sua riqualificazione, vinto dal gruppo francese Artea.

Museo Sant’Orsola, un museo in costruzione

Il museo aprirà ufficialmente nel 2026, al termine dei lavori di ristrutturazione che coinvolgeranno l’intero complesso di Sant’Orsola, dando inizio a una nuova fase di vita dell’edificio. Le mostre proposte durante la fase di cantiere hanno una funzione prefigurativa, poiché anticipano le linee guida di questo nuovo spazio culturale fiorentino, concepito come un crocevia tra un museo storico, archeologico, di belle arti e un centro d’arte contemporanea con una propria collezione di opere del XXI secolo.

Dal 2023, il museo invita artisti contemporanei a portare il proprio sguardo sul monumento e sulla sua storia, realizzando opere sitespecific. Di mostra in mostra, i visitatori possono partecipare alla rinascita del luogo e riappropriarsi progressivamente di spazi per troppo tempo sottratti alla vita della città.

L’arte contemporanea al servizio della memoria

Una delle principali aspirazioni del Museo Sant’Orsola è quella di contribuire a rivelare il passato del luogo attraverso le espressioni artistiche contemporanee. Il museo persegue una duplice missione: valorizzare l’eredità culturale dell’ex convento e creare un nuovo patrimonio che risponda alle sfide e alle esigenze della nostra epoca. Il percorso permanente del futuro museo presenterà in un unico ambiente testimonianze antiche e opere d’arte contemporanea, in un fecondo dialogo tra passato e presente che ci aiuti a comprendere meglio il nostro tempo e a tracciare un futuro più sostenibile.
Il museo sarà gestito dalla fondazione Artea Storia, una fondazione senza scopo di lucro creata dalla società francese Artea, che gestisce
l’intero complesso di Sant’Orsola per i prossimi 50 anni e è responsabile dei lavori di ristrutturazione. La fondazione intende sostenere la creazione artistica contemporanea attraverso commissioni specifiche e un programma di residenze artistiche, già attivo sin dall’estate del 2022.

Il progetto di riqualificazione dell’antico convento di Sant’Orsola

Artea ha immaginato per Sant’Orsola un progetto profondamente radicato nel contesto fiorentino, che trasformerà l’ex convento in un polo multifunzionale che intreccia arte, artigianato, formazione e socialità. La proposta coniuga funzioni pubbliche e private, prevedendo al suo interno una scuola di istruzione superiore, una ludoteca, spazi museali ed espositivi dedicati ad attività culturali, oltre a un ristorante, dei caffè, tre cortili pubblici, botteghe artigiane e atelier per artisti. Un modello innovativo di rigenerazione urbana, concepito per trasformare Sant’Orsola in uno spazio di vita, condivisione e convivialità.

Visita

L’ex convento di Sant’Orsola si trova nel cuore di Firenze, in prossimità della stazione principale di Santa Maria Novella, a due passi dal Mercato Centrale, dalla Basilica di San Lorenzo e dalle Cappelle Medicee e a meno di 5 minuti a piedi dal Duomo.

 

GIORNI E ORARI DI APERTURA

Chiuso al pubblico

Apertura prossima mostra: 5 settembre 2025

Apertura ufficiale del museo Sant’Orsola prevista per il 2026.

INDIRIZZO

Ex convento di Sant’Orsola
via Guelfa, 21
50129 Firenze

Contatti

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